
Fuffa
Vagando per il web, tra una notizia e l'altra, mi sono imbattuta in un articolo che parlava delle truffe sentimentali.
Una novità, eh?
No, direi che è una storia vecchia quanto il mondo, ma oggi, grazie alla miriade di opportunità che il web ci regala, l’"ars" della truffa ha raggiunto nuove vette.
Insomma, la rete è diventata più grande e il pesce da pescare più abbondante—pesci grandi, pesci piccoli, gatti, cani… chiunque!
Tuttavia, non è di questo che voglio parlare.
No, il vero motivo per cui ho letto tutto l'articolo con aria pensierosa è un altro.
Cosa spinge una persona a farsi manipolare così tanto da decidere di regalare soldi, gioielli, vacanze in Sardegna o, peggio ancora, condividere i propri dati bancari?
La solitudine.
Ah, la solitudine.
"Dottor Capiscione"
A detta di non so quale Dottor Cervellone Americano, tanto per tranquillizzare gli animi, la solitudine determinerebbe un aumento degli infarti, dell’insonnia, dell’obesità, della depressione, del diabete e altri disturbi della salute tali da aumentare il rischio di una morte prematura.
Solo?
Io aggiungerei anche la crisi climatica, la fame nel mondo, il Covid, e la guerra in Ucraina.
Ma non staremo un po' esagerando?
Perché se una persona single legge un articolo del genere, è probabile che si iscriva subito a Tinder, Badoo e a tutte quelle app di incontri, alla ricerca disperata di un compagno, giusto per evitare di diventare un obeso insonne e scampare così a una morte prematura!
Scusi Dottore, mi chiarisce meglio il suo concetto di solitudine per favore?
Confusione
Il Dottore ci lascia un po’ nel buio(almeno nell'articolo che ho letto io).
Perché, ok, solitudine, ma quale?
Persone sole al mondo? Orfane, senza parenti, amici, compagni e una pianta da annaffiare? Oppure persone che si sentono sole pur essendo circondate da affetti?
E che dire di chi ha quel vuoto interiore che nemmeno uno shopping a Miami riesce a colmare? Dottore, verbalizzi meglio, per favore.
Io, ad esempio, sono single, ma non sono sola.
No, non lo sono.
Ho una famiglia fantastica e amici straordinari che sono sempre lì, pronti a darmi una mano quando ho bisogno... o a imbavagliarmi quando mi si accende la miccia!
Ma non ho un compagno.
Infatti sono ciò che si definisce , essere Single.
Perchè non hai un compagno?
Non ho un compagno perchè… lo ammetto.....proprio non ce la faccio!
È superiore alle mie capacità.
Troppe energie da investire, troppa fatica, troppo impegno.
Onestamente, non ce la farei nemmeno se provassi con il massimo della buona volontà.
E poi, preferisco dedicare tutte le mie risorse a costruirmi -che richiede tanto impegno, tanto sforzo etc etc lo stesso, ma è per me stessa.....ognuno ha le sue priorità nella vita, no?
E le mie priorità al momento non includono condivisione di pantofole e film romantici, ma piuttosto obiettivi professionali e qualche bicchiere di vino in solitaria.
Per carità essere "soli" non è che sia come fare una passeggiata in un campo di margherite (che in teoria sarebbe un po’ più rilassante), ma è una scelta ben ponderata.
Comunque, vivo da sola ma non sono sola. (e non parlo solo dei miei cani!)
Com'è vivere da soli?
Vivere da soli è una vera risorsa, altro che tragedia greca!
Piuttosto che temere la solitudine, dovremmo abbracciarla come una specie di terapia intensiva per la crescita personale.
Perché sì, vivere in solitudine ti costringe, senza alcuna scusa, a fare delle riflessioni costanti.
È un po’ come avere un coach interiore che ti martella a tutte le ore del giorno e della notte, chiedendoti: "Ehi, ma che diavolo stai facendo della tua vita?".
E non puoi nemmeno rispondere con un "Ma che ne vuoi sapere tu?", perché lui è...TE!
E se sei fortunato, potresti anche arrivare a conoscere la profondità della tua anima, ma, spoiler alert: non è sempre bello.
Ogni tanto ti guarda e ti dice: "Guarda che qui c'è lavoro da fare, eh!".
Auto-riflessione
E poi, come dire, l’auto-riflessione è diventata il mio sport preferito.
Chi ha bisogno di un partner quando puoi passare ore a parlare con te stesso sul senso della vita, sulla politica mondiale, su come riuscire a piegare un lenzuolo senza sembrare la brutta copia dell'orso Yoghi?
E, fidatevi, nessuna relazione romantica o sociale ti mette di fronte a te stesso come una serata solitaria sul divano. Dove, tra l’altro, il divano è l’unico che non ti tradisce mai.
Anzi, lo puoi anche buttare in lavatrice se si sporca.
Vivere da soli ti permette di crescere in maniera spietata.
Non puoi nasconderti dietro la scusa di “Ah, non avevo tempo” o “Eh, ma lui/lei voleva fare altro”.
Sei tu e basta.
Ti abitui a risolvere i tuoi problemi da solo, a essere il tuo eroe, la tua spalla, il tuo risveglio alle sei di mattina per fare yoga (o, meglio, per rimandarlo di giorno in giorno, ma che importa?).
È come essere una specie di supereroe del quotidiano.
In definitiva, vivere da soli non è la fine del mondo.
È una risorsa. Una risorsa potente che ti permette di conoscere te stesso meglio di quanto tu possa immaginare.
E, se alla fine della giornata non ti senti ancora troppo illuminato, puoi sempre alzare il telefono e fare due chiacchiere con un amico per avere un confronto esterno.
Alla fine la tecnologia esiste, usiamola in maniera positiva no?
Alienazione
Ma tornando al Dottore, continuando a leggere l'articolo a un certo punto parla dell'isolamento dovuto alle ore trascorse sul web.
Quindi, mi vien da pensare, che forse si riferisce all' alienazione: quella che ci colpisce dopo aver passato ore e ore online.
E certo, quella è un’altra storia.
L’isolamento causato dai social, dalle app, e dalle infinite ore davanti al computer è un fenomeno preoccupante.
Un fenomeno che colpisce non solo i giovani, ma pure i cinquantenni, come direbbe lui (se lo avessimo mai visto dal vivo).
E allora ecco che, stando sempre al "suo" studio, gli americani passano ben 24 ore al mese in più (ma in più rispetto a quando?) da soli, e 10 ore in meno con gli amici (in meno rispetto a quando ? Quando avevamo 15 anni?).
E la colpa sarebbe delle consegne a domicilio!
Si perchè, cito testualmente, questi cambiamenti, uniti all’afflusso di consegne a domicilio e ad altri cambiamenti limitano le interazioni personali lasciando le persone disconnesse dalla rete sociale.
Ma forse quello che intende è che la disconnessione dalle relazioni sociali possa portare a sentimenti di solitudine?
Anche in questo caso, però, i sentimenti di solitudine non sono la solitudine.
In poche parole, credo ci siano talmente tante sfumature in questa benedetta solitudine che fare l’elenco delle malattie più lungo della lista dei DRG, con la ciliegina sulla torta di un bel 30% in più di rischio di morte prematura, mi pare un po' eccessivo.
Mi sta venendo voglia di scrivere una mail a questo "Dottor Ottimismo" per chiedere lumi.
Tornando alla "disconnessione".
Io non so i cinquantenni americani come se la passino, però posso dire che se questa statistica è stata fatta su una fascia di età media, la “disconnessione” dalla rete sociale è dovuta in gran parte all’età!!
Riflessione personale
Facciamo una piccola riflessione personale.
A 45 anni, ho cominciato a dare una bella scrematura agli eventi sociali.
Da persona sempre in movimento tra aperitivi, cene e week-end fuori porta, ho deciso che era il momento di rallentare.
La vita diventa più una maratona che una gita avventurosa, e dopo una lunga giornata lavorativa, il divano, un buon bicchiere di vino e magari qualche amico (magari no, anche solo un po' di tranquillità) diventano il massimo che si può desiderare.
Perché?
Perché ho delle priorità. E se il giorno dopo ho una riunione importante, la sera prima credo sia meglio non fare le ore piccole scolando la bottiglia.
Non credo che questa sia alienazione, credo sia solo il mio naturale processo di "invecchiamento".
Ma, se il Dottor "Verbalizzimeglio" insiste che la solitudine è così pericolosa, allora credo sia arrivato il momento di organizzare una serie di eventi sociali, tipo una maratona di aperitivi obbligatori per "salvarci" dalla malattia della solitudine. Fate pure.
Nel frattempo, io mi accontento di essere single, ma non sola, con una buona dose di ironia che ormai è diventata la mia armatura per affrontare la vita.
Perché, diciamocelo, la solitudine fa paura solo se non hai imparato a divertirti con te stesso.
E io, fidatevi, sono una compagna di conversazione spettacolare.
Un po’ di sarcasmo e un bicchiere di vino, e la solitudine diventa l'ospite più interessante della serata. Sicuro al limone.
Nessun compromesso
E nel frattempo, mi godo il lusso di avere una vita priva di compromessi.
Quando vuoi mangiare un gelato alle 3 del mattino, chi ti ferma? Nessuno.
Quando ti scatta la voglia di fare una maratona di serie TV così brutta, che neanche la mamma del regista avrebbe il coraggio di guardare, chi può dirti qualcosa? Nessuno.
Quando ti svegli con un nuovo progetto che devi assolutamente portare avanti, tipo decidere di scrivere un libro su come sopravvivere al campanello del vicino o aprire un business di piante grasse (che, diciamocelo, sono super cool), chi ti dice: "Eh, ma non era meglio se ci avevi pensato prima?" Nessuno.
Perché, quando sei solo, nessuno può dirti che hai perso tempo, che è troppo tardi, che forse dovresti riposarti invece di progettare una rivoluzione personale. E se qualcuno lo fa, beh, la risposta è semplice: "Oh, scusa, ma io stavo solo cercando di evitare la crisi esistenziale del lunedì mattina. Grazie per il consiglio!"
Io e la mia solitudine siamo praticamente una squadra imbattibile.
Ogni volta che il mondo mi guarda e pensa "ma chi è quella che sta parlando da sola con la pianta di basilico?" io rispondo: "Siamo in riunione strategica. Non disturbarci."
Perché non c'è niente di più potente che poter contare su se stessi per decidere se fare il primo passo verso il successo o semplicemente prendere un altro caffè per procrastinare in pace.
E la solitudine? È la mia alleata segreta. Non mi giudica mai, non mi mette pressione e, soprattutto, non mi chiede di uscire ogni weekend a "socializzare".
Insomma, io mi sento lontana da quanto dice il "Dottor Catastrofeimminente"...voi?
vivere da sola è una scelta molto difficile e solo una grande donna può farlo. Ma tu lo sei Michela, amica mia dolcissima.
MBE', A PARTE CHE SE UNO HA UNA BESTIOLA CHE LO AMA UNO NON E' MAI SOLO. E CASOMAI LA PAURA PUO' ESSERE CHE ODDIO, SE MI SUCCEDE QUALCOSA A ME, CHE FA LA MIA AMATA BESTIOLA ? E QUALE ESSERE UMANO PUO' AMARE COSI' INCONDIZIONATAMENTE COME UNA BESTIOLA ? LA RISPOSTA CORTA E' NESSUNO. NON ESISTE UN ESSERE COSIDDETTO UMANO CHE PUO' AMARE COME UNA BESTIOLA. E IO HO AVUTO TANTE DONNE MA MAI NESSUNA M'HA AMATO COME UNA BESTIOLA. CERTO, NON E' CHE UNO CI PUO' AVERE UN RAPPORTO PROPRIO TOTALE CON UNA BESTIOLA MA QUELLO SI PUO' AVERE CON CHIUNQUE MA LA BESTIOLA TI AMA E TU LA AMI. E CHISSENEFREGA DEL RAPPORTO…